Riforma delle autorità portuali. Bongiorno: “Preoccupazione per il porto di Trapani”

“La riforma tesa a ridurre il numero delle attuali Autorità Portuali si tradurrebbe nei fatti nella creazione di più grandi Autorità Portuali sotto forma di distretti logistici. In quest’ottica un primo aspetto paradossale della paventata riforma, sarebbe rappresentato dal fatto che il Porto di Trapani pur essendo dal 2009 privo di una sua Autorità Portuale, rientrerebbe comunque nella riorganizzazione dei porti italiani. La diretta conseguenza di questo progetto riformista sarebbe probabilmente, quella di vedere finire il porto di Trapani sotto la giurisdizione di una nuova e più estesa (per competenze territoriali) Autorità Portuale del distretto logistico della Sicilia occidentale, la cui governance sarebbe verosimilmente affidata a Palermo.

Il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno

Il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno

Questo l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno, in merito alla annunciata radicale riforma del Ministro Lupi della legge 84/94 al centro del dibattito di questi giorni. Da qui nascono le preoccupazioni del comparto portuale trapanese, ma più in generale dell’intero mondo imprenditoriale.

“Il porto di Trapani – prosegue la nota di Bongiorno – così come l’Aeroporto di Birgi, è una infrastruttura strategica, fondamentale per lo sviluppo e la crescita economica dell’intero territorio trapanese e che va ad impattare su altri settori importanti come il turismo, l’agroalimentare, il marmo. Questi ultimi, tutti settori indotti su cui gli imprenditori stanno scommettendo e investendo molto, raggiungendo tra l’altro importantissimi risultati, e ai quali il territorio guarda con grande speranza e come opportunità per uscire dalla crisi”.
Confindustria Trapani ha così manifestato il forte dissenso rispetto a qualsiasi riforma che preveda l’ipotesi che il porto di Trapani venga in qualche modo accorpato e comunque gestito da una nuova Authority, in cui andrebbero a coesistere realtà portuali (ad esempio Trapani e Palermo) nei fatti totalmente diverse per storia, organizzazione, tipicità, ma soprattutto in assoluta concorrenza fra di loro sia per i mercati che per i settori di riferimento.
“Probabilmente per rilanciare la portualità italiana – continua Bongiorno – servirebbe meno burocrazia e soprattutto maggiori interventi infrastrutturali (dragaggi, riqualificazione infrastrutturali etc). Per completezza di ragionamento, ci piace altresì ricordare che i porti così come gli aeroporti sono solo il punto di arrivo o di partenza di merci e passeggeri, e che pertanto sarebbe altresì necessario sviluppare in maniera organica tutto il sistema dei trasporti come strade, autostrade, interporti, reti ferroviarie,etc. Questi temi dovrebbero essere inseriti a pieno titolo nella agenda della politica e più in generale in un strategia complessiva del sistema dei trasporti”.