Ospedale Paolo Borsellino

Presunto caso di malasanità a Marsala, un uomo muore al pronto soccorso e la figlia sporge denuncia

La Procura ha avviato un’inchiesta. La vittima, di 65 anni, era giunto in ospedale alle 9,30 ed è deceduto alle 19,30

Una donna ha sporto denuncia dopo la morte del padre, Nicolò Giacalone, di 65 anni, deceduto al pronto soccorso dell’ospedale alle 19,30 dello scorso 10 agosto, dove era stato trasportato dall’ambulanza del 118 la mattina, alle 9,30. All’uomo, giunto in ospedale con la febbre, dal triage era stato assegnato il codice verde e secondo la figlia sarebbe stato visitato due ore dopo il loro arrivo, ma gli animi si sarebbero scaldati quando l’uomo si trovava in sala TAC, dove, secondo la denunciante medici ed infermieri ridevano e scherzavano mentre l’uomo era ancora dentro all’apparecchiatura.  A quel punto la donna ha chiamato la polizia e si sarebbe messa ad urlare. Il signor Giacalone è stato poi riportato al pronto soccorso, ma qui, nonostante i tentativi di rianimazione, è morto poco dopo le 19. Dalla denuncia sporta dalla figlia – assistita dall’avvocato Vincenzo Forti – è scaturita l’indagine della Procura è coordinata dal pm Giulia Mucaria. Sarebbero in nove i sanitari indagati, tra medici ed infermieri. Questa la replica dell’ASP: “In riferimento al decesso di N. G. di 65 anni avvenuto all’ospedale Paolo Borsellino di Marsala, intorno alle 19,30 del 10 agosto 2015, la cui famiglia ha presentato denuncia all’autorità giudiziaria la direzione sanitaria del nosocomio, sentito il primario del reparto di pronto soccorso, nel confermare che il paziente è stato trattato da tutto il personale
sanitario e parasanitario in maniera seria, rigorosa e professionale sino al decesso, precisa quanto segue: Alle ore 9 e 27 N.G. è stato “triagiato” al pronto soccorso del nosocomio,  dove in quel momento erano di turno 4 medici, come codice verde, risultante affetto da febbre, da circa tre giorni in terapia con antibiotici prescritta dal medico di famiglia, senza risultato. Il paziente, quindi, da tre giorni aveva una febbricola, divenuta febbre  franca, per la quale la mattina del 10 era stato chiamato il 118 che gli  aveva assegnato un codice verde e trasportato in ospedale. I parametri  vitali erano stabili, la temperatura di 38.6 e la saturazione di O2 del 96 % al triage. Alle ore 10,10 il primario del pronto soccorso si recava in sala barellati pre-visita per rilevare le condizioni del paziente, che era sotto
ossigeno. Alle 10 e 35, dopo aver visitato il paziente si riscontravano i parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione O2) stabili e non patologici ,mentre presentava all’auscultazione un polmone forse patologico. Il primario prescriveva una Rx torace in due proiezioni ed eseguiti l’ECG e gli esami veniva avviato in radiologia mentre si allertava il pneumologo per la consulenza in caso il torace fosse stato patologico. Tornato il paziente dalla radiologia, in attesa del referto, gli venivano prescritti  fluidi per reidratarlo e antipiretici e veniva sistemato
dignitosamente su una lettiga nei pressi di una fonte di ossigeno, erogando O2 al 50 % con maschera di Venturi. Lo pneumologo, sceso in reparto, intorno alle 12, comunicava al primario che dagli esami Rx risultava qualcosa di
patologico, e lo informava che era stata richiesta una Tac Torace, mentre il multi parametrico che era stato inserito al paziente per monitorizzarlo dava parametri stabili ed una saturazione di ossigeno di 94%. La tac effettuata intorno alle 13,30  riscontrava una grave patologia bronchiolitica diffusa a tutto il polmone e una polmonite basale dx e quindi il paziente veniva avviato al ricovero in Pneumologia, stazionando in pronto soccorso sino alle 17 (dato che il posto si liberava solo a quell’ora), con la terapia antipiretica, i fluidi, la terapia prescritta dallo pneumologo e
con parametri segnati dal multi parametrico come stabili. Era stata effettuata dallo pneumologo anche una emogasanalisi al mattino, che dimostrava una ipossia, migliorata poi in terapia con l’ossigeno.Verso le 17 e 30, liberato il posto letto, il paziente veniva accolto in Pneumatologia. Intorno alle 19 entrava in shock; veniva chiamato la anestesista e veniva intubato, ma decedeva intorno alle 19 e 30”. Secondo l’ASP la anestesista che ha presentato denuncia per aggressione e maltrattamenti contro la figlia della vittima. Oggi sarà eseguita l’autopsia.

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