Sgarbi e le dimissioni da assessore regionale: “Solo se divento Ministro”

Vittorio Sgarbi lascerebbe l’assessorato regionale ai beni culturali solo se venisse nominato Ministro dal prossimo governo nazionale.

“Mi rendo conto che è difficile farsi capire su temi che sono facilmente strumentali. Io non ho mai detto che lascerò la Sicilia e l’assessorato. La considerazione è stata fatta, come ipotesi, con grande onestà e senza nulla nascondere, dal Presidente della Regione Musumeci. Come è possibile allora che questa ipotesi sia attribuita a me, ma che non riguardi la mia volontà? A evidenza, le elezioni regionali siciliane non erano un episodio separato e diverso dalle elezioni politiche, con le quali erano invece in stretta connessione. […] Quando, con il presidente Musumeci e Berlusconi, definimmo l’accordo per la desistenza delle liste di “Rinascimento”, la proposta dell’assessorato venne avanzata da loro, con la inevitabile riserva non come candidato al Parlamento (la funzione di parlamentare è stata da me esercitata in quattro legislature, una nazionale e una europea) ma nel futuro governo nel ruolo di ministro dei beni culturali, per il quale, diversamente da molti e da vari candidati premier, ho le “stelle” o “stellette”. Ovviamente – aggiunge Sgarbi – l’indicazione del mio nome come ministro, avanzata da Berlusconi, è tutta interna all’area di Forza Italia,  legata alla prospettiva di una vittoria senza altre alleanze che quella del solo centro destra unito. Una prospettiva possibile per Berlusconi e Musumeci, e per me sperabile,  ma, ovviamente, come le cose del futuro, non certa”.

Solo nel caso in cui si verificasse tale eventualità, Sgarbi lascerebbe la giunta regionale di Nello Musumeci “per necessità istituzionale”.