Giulia Adamo Carolina Varchi

Porto di Marsala, la Adamo incalza Giunta e Consiglio: “La Regione riprenda in mano il progetto pubblico”

L’attenzione al progetto di messa in sicurezza del Porto di Marsala, da alcuni anni, è quantomeno intermittente. A riaccenderla periodicamente è l’ex sindaco Giulia Adamo, che ha riunito i giornalisti e buona parte del mondo politico locale per una conferenza stampa a cui ha partecipato anche la deputata di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per avere chiarimenti sul destino dell’area portuale lilybetana.

Pur continuando a definirsi “una pensionata delle politica, non interessata a candidarsi a nulla”, la Adamo si mostra fedele alla propria indole battagliera che l’ha portata negli ultimi due anni a lanciare appelli e presentare esposti per evitare che questo progetto finisca nell’oblìo. “Abbiamo scritto a tutti i gruppi parlamentari, ma l’onorevole Varchi è stata l’unica che ha mostrato interesse verso la nostra iniziativa”, ha sottolineato la Adamo. L’ex presidente della Provincia di Trapani, ha ricostruito ancora una volta le tappe principali di una vicenda che mostra diverse zone ambigue, ponendo diversi interrogativi all’attenzione dei presenti. Il primo, peraltro oggetto dell’interrogazione della Varchi, riguarda la sospensione delle interlocuzioni tra il Ministero e il Comune di Marsala, nel momento in cui si è insediata l’amministrazione guidata da Alberto Di Girolamo. “La mia amministrazione aveva ottenuto dalla Regione la possibilità di essere stazione appaltante del progetto, in modo da procedere più velocemente – ricorda la Adamo -. L’iter era completo e il progetto esecutivo, quasi cantierabile. Mancava solo una dichiarazione da parte del Comune in cui si diceva che i lavori di messa in sicurezza del Porto erano urgenti e indifferibili. Ma da Marsala non è mai arrivata questa dichiarazione. Dagli approfondimenti che abbiamo fatto, risulta che il Ministero abbia scritto più volte all’amministrazione, preannunciando la possibilità che in mancanza di risposte il progetto sarebbe stato bocciato. A quel punto, si comincia a dire che il progetto non esiste”. “Mi pare evidente che qualcosa non ha funzionato”, ha detto la Varchi, impegnandosi a tenere la comunità informata non appena arriveranno risposte dal Ministero.

Poi c’è la questione dell’escavazione dei fondali. Riprendendo quanto già spiegato durante il Consiglio comunale aperto dello scorso dicembre, la Adamo ha ricordato che il progetto pubblico e quello privato della Myr erano stati integrati e resi compatibili grazie al lavoro di un’apposita commissione tecnica, che aveva previsto, tra le altre cose, una variazione al progetto privato ritenuta fondamentale, portando la prevista escavazione dei fondali da 6 a 7 metri. Nell’Accordo di Programma, ratificato il 9 maggio del 2016 dal Consiglio comunale, di tale variazione non c’era più traccia: l’escavazione dei fondali tornava a 6 metri e in cambio la Myr si impegnava a realizzare il molo di soprafflutto, “che però – sottolinea Giulia Adamo – non mette in sicurezza tutto il Porto”. “Secondo quali motivazioni sono state modificate le indicazioni date dalla commissione tecnica?, si chiede l’ex sindaco, che poi evidenzia come la Regione e il Comune di Marsala “avevano già speso tantissimi soldi per rendere il progetto esecutivo”, senza contare i 49 milioni di euro che sarebbero dovuti arrivare tramite il Patto per il Sud per la realizzazione dell’opera. Risorse pubbliche, che somigliano molto a quelle che caratterizzano le opere incompiute che costellano tante zone del Sud Italia. Alla luce di ciò, la Adamo chiede che l’assessore regionale alle infrastrutture, incontrato nei giorni scorsi assieme all’avvocato Paolo Ruggieri, riprenda in mano il progetto. “E’ chiaro che questa amministrazione non è in grado di portarlo avanti. Lo faccia la Regione, come inizialmente previsto”.

Chiaramente, una cosa del genere costituirebbe un’onta per la politica marsalese, finita incastrata in un inspiegabile stallo che ha reso estremamente complicata la realizzazione dell’opera. Ed è su questo aspetto che anche il Consiglio comunale è adesso chiamato a dare segnali di maggiore attenzione. “L’amministrazione è stata sorda alle nostre sollecitazioni”, ha affermato la consigliera Giusi Piccione, mentre il presidente Enzo Sturiano ha preannunciato che nella prossima seduta consiliare i lavori partiranno dalla discussione sulla relazione tecnica che la Commissione Lavori Pubblici ha redatto a proposito dell’iter procedurale del progetto pubblico, seguito dagli uffici del Comune di Marsala. “Non tratteremo il Bilancio di Previsione fino a quando non avremo risposte su questo punto”, assicura Sturiano. L’ex parlamentare Massimo Grillo ha sottolineato la necessità di accelerare i tempi, affermando che su questa vicenda c’è stata una lentezza esagerata da parte della politica e che “il Porto è interesse di tutti”.

Alla fine dei lavori, è soprattutto l’intervento di Raffaele Gambina, rappresentante di uno dei Consorzi che riunisce gli operatori portuali, a ricordare la drammatica situazione in cui versa il Porto di Marsala, illustrando le difficoltà con cui ogni giorno lui e i suoi colleghi si misurano per portare avanti le proprie attività: “Di questo passo, prima o poi, arriverà un comandante della Capitaneria che lo chiuderà”. E a quel punto, forse, tanti attori rimasti a lungo silenti, si chiederanno se avrebbero potuto fare di più per tutelare un’infrastruttura preziosa, per troppo tempo abbandonata all’incuria e al degrado.