Corruzione elettorale, chiesto rinvio a giudizio per Stefano Pellegrino

I pm della Dda di Palermo, Paolo Guido, Francesca Dessì e Gianluca De Leo hanno chiesto il rinvio a giudizio per il deputato regionale marsalese Stefano Pellegrino. L’accusa formulata nei confronti del professionista lilybetano è di corruzione elettorale, senza l’aggravante mafiosa. A decidere sull’eventuale rinvio a giudizio sarà il gip Filippo Lo Presti. I fatti contestati si riferiscono alla campagna elettorale per le regionali del 2017, in cui Pellegrino risultò il primo degli eletti nella lista di Forza Italia. Nell’ambito delle indagini il mondo delle scommesse, sarebbe emerso che gli indagati Calogero Jonn Luppino e Salvatore Giorgi avrebbero supportato la candidatura di Pellegrino, promettendo e somministrando generi alimentari a cittadini castelvetranesi in cambio della promessa di voto.

“Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale – ribatte Stefano Pellegrino -. Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme elettorali e delle regole etiche. Del resto, è stata già la stessa Accusa a ritenermi estraneo ad ogni contesto di criminalità organizzata. Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico. Peraltro, i quarant’anni di stimata ed apprezzata professione di avvocato mi consentono di respingere ogni illazione e di sopportare la gratuita gogna mediatica cui giornalismo di bassa lega cerca di sottopormi, per ragioni che, come ribadito in altre occasioni, onestamente mi sfuggono”.

“Dall’esame degli atti depositati dalla stessa Accusa – affermano i legali Luigi Pipitone e Gabriele Pellegrino – riteniamo provata l’assoluta estraneità del nostro assistito rispetto al fatto contestatogli. Provvederemo a depositare al gip di Palermo memoria difensiva con la quale chiederemo che non si faccia luogo al rinvio a giudizio richiesto dal pm”.