Fabio Damiani

Concorsi, liste d’attesa e servizi al cittadino: parla il direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani

La salute è uno dei diritti fondamentali del cittadino, di certo il più importante. Fabio Damiani, Direttore Generale dell’ASP di Trapani non ha dubbi su questo lapalissiano concetto. “Se c’è la salute c’è tutto”, si usa dire così ed è una grande verità. Se si sta bene, si può fare tutto e continuare anche a sperare di migliorare le condizioni non ottimali che assillano la vita quotidiana. Per questo, la sanità ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute ma anche nel suo auspicabile ripristino. Fabio Damiani, ad un anno circa dal suo insediamento all’ASP di Trapani, prima come Commissario e poi come Direttore Generale, ha l’onore e l’onore di occuparsi di salute, di organizzazione sanitaria nel rispetto delle comprensibili sensibilità che entrano in gioco quando si ha bisogno di cure mediche. Concorsi, file interminabili nei Pronto Soccorsi, Guardie Mediche, strutture sanitarie convenzionate, ospedali di Base e di Primo Livello, sanzioni e controlli: questi alcuni degli “scottanti” temi toccati nell’intervista con il dottor Fabio Damiani.

Poco personale sanitario negli ospedali, magari bravo ma inevitabilmente stressato per dover sopperire a tutte le richieste di assistenza. Le 239 assunzioni nel concorso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale rappresentano una boccata d’ossigeno oppure c’è ancora molto da fare?

Indubbiamente rappresentano una boccata d’ossigeno ed anche una buona riorganizzazione di tutti i servizi. Questa è stata la mia priorità fin dall’inizio del mio insediamento, perché l’ASP di Trapani, purtroppo, l’ho trovata in una situazione, dal punto di vista del personale, molto deficitaria. Quindi abbiamo agito immediatamente con i concorsi anche grazie all’impulso dell’assessore regionale Ruggero Razza.

A che punto siamo adesso, direttore?

Siamo già molto avanti. Abbiamo completato diverse procedure di concorso. L’ultimo, in tempi record, è il concorso di pediatria e neonatologia che è stato già completato in tutte le sue prove concorsuali ed entro il mese avremo graduatorie e quindi ci saranno le assunzioni. E’ un concorso bandito ed espletato in 3, 4 mesi.

Lunghe ed estenuanti file nei Pronto Soccorsi. Triage intasati e con un solo infermiere che fa letteralmente tutto, valuta ed affibbia uno dei tre codici. E poi non resta che armarsi di santa pazienza per essere visitati da un unico medico. Perché accade questo?

Questo è un fatto che non va e dipende da 2 fattori: il primo è purtroppo la carenza dei medici del Pronto Soccorso che non riusciamo a dirimere nonostante sia completato un recente concorso che però ha visto la stipula di contratti di un numero pari a un terzo rispetto ai posti messi a bando. Non abbiamo trovato i professionisti disponibili a venire a lavorare nella nostra azienda.

Perché fa tanta paura lavorare in un Pronto Soccorso?

Lavorare in un luogo di prima emergenza è molto delicato. A questo si unisce la carenza dei medici specialisti in medicina d’urgenza. Non bisogna dimenticare che la maggioranza dei vincitori del concorso , anche perché vi sono molti posti disponibili, hanno scelto le città metropolitane. Prima fra tutte Palermo che ha fatto l’en plein. Molti medici sono della provincia di Palermo e hanno preferito restare in zona. Purtroppo in provincia di Trapani abbiamo trovato briciole e pochi hanno accettato di venire qui.

Sono previsti altri concorsi?

A breve pubblicheremo un altro concorso e nel frattempo ci dobbiamo arrangiare con i medici che abbiamo in servizio. Su Trapani, invece, che ha il Pronto Soccorso più affollato, stiamo parlando di più di 30 mila accessi l’anno, stiamo lavorando per attivare una sala d’attesa per soli codici verdi nelle ore che vanno dalle 8 alle 22.

Nei triage però c’è sempre un solo infermiere che fa anche la diagnosi, ovvero stabilisce se un paziente è grave o meno. Non è un po’ poco?

Sì, è vero. Il problema però non è rappresentato dai codici bianchi che sono gestibili con una certa efficienza ma da quelli verdi. Nel corso di una giornata sono la maggioranza e intasano. Fortunatamente i codici gialli o rossi sono limitati. Ho visto report a Trapani dove ci sono max 7 codici rossi al mese. Come già detto, sono i codici verdi che creano l’affollamento. La soluzione sarebbe avere più medici in servizio e dunque dobbiamo mettere in campo altre soluzioni organizzative che rendano più efficiente il sistema.

Anche all’interno della sala d’aspetto?

Sì, anche all’interno della Sala d’attesa. Su Marsala abbiamo per esempio rifatto il Pronto Soccorso per renderlo più accogliente ad agevole. Questa non è la soluzione a tutti i mali, il problema è accorciare i tempi dell’attesa.

Le liste d’attesa non sono estenuanti soltanto nei Pronto Soccorsi ma anche per effettuare un esame diagnostico.

Stiamo lavorando per diminuire di molto le liste d’attesa per la diagnostica. Stiamo cercando di rendere più rapido l’accesso ai pazienti.

Direttore, in pratica, se ho i soldi, dribblo la lista e magicamente trovo spazio in tempi ridotti ma se non ho soldi, mi tocca aspettare i tempi biblici. Non è così?

Guardi, dobbiamo sfatare un mito. Ci sono molte branche dove oggi, e con numeri alla mano, le liste d’attesa sono state ridotte di molto. Purtroppo in altre branche specialistiche, i tempi sono ancora inaccettabilmente lunghi, stiamo parlando di 3, 4 mesi per un esame. Stiamo lavorando per azzerare queste liste d’attesa e rendere l’ASP di Trapani, un’azienda efficiente sotto questo punto di vista, così come per la radiologia, Tac e risonanza magnetica, quanto più celeri per il benessere del cittadino.

A volte il cittadino si rivolge alle strutture private convenzionate, le quali, a volte, non rispettano gli standard , come ad esempio, avere un medico presente in struttura. I controlli d’ispezione, l’ASP, li fa? Da alcune indiscrezioni, emergerebbe un dato poco lusinghiero: fughe di notizie che avvertirebbero le strutture un giorno prima dell’ispezione e tutti si fanno trovare sul posto e ligi al dovere. E’ vero?

Questa cosa non mi risulta e c’è un piano di controllo previsto dalla norma e che è attuato nella nostra Azienda per il tramite del dipartimento cure primarie e dell’ospedalità. Le strutture private accreditate sono sotto il controllo duplice sia del dipartimento di prevenzione che del dipartimento cure primarie. Recentemente abbiamo operato numerosi controlli, applicato numerose sanzioni fino alla revoca dell’accreditamento che ha portato alla chiusura di una struttura in particolare, a Marsala. Abbiamo anche applicato la sospensione di alcune convenzioni con laboratori di analisi e con laboratori che fanno dialisi. I nostri controlli sono importanti ed elevati. Come vedete, noi non abbiamo però fatto clamore mediatico su questi controlli e su questi provvedimenti, anzi, su uno, in particolare non è neanche uscito sulla stampa.

Non vuol parlarcene nemmeno oggi?

Il nostro intendimento non è quello di colpire le strutture semmai crediamo che le molte strutture accreditate sono molto importanti per lo smaltimento delle liste d’attesa e per la capillarità nel territorio dei Servizi Sanitari. Le consideriamo valide e al nostro fianco. E le dico che, nella maggior parte dei casi, è così. Si tratta di strutture serie, importanti, ed hanno standard elevati di sicurezza ed efficienza però è capitato pure di riscontrare anomalie nei 3 casi eclatanti di cui ho parlato grazie ai controlli dell’ASP, del dipartimento di prevenzione e del dipartimento di cure primarie governate e dirette dal dottore Di Gregorio e dal dottore Ernandez. Sono state scoperte ed anche punite le anomalie. La chiusura di quella struttura marsalese ha comunque causato gravi disagi all’utenza. Le altre strutture hanno pagato con sanzioni economiche serie. Nessun lassismo ma molta attenzione. Gestire la sanità è una delle cose che possano capitare. Ogni giorno mi impegno per risolvere i problemi, sia quelli semplici che quelli complessi. Cerco di far bene il mio lavoro, insomma.

Medici di famiglia e mugugni: molti pazienti lamentano quasi una certa ritrosia da parte di alcuni medici a prescrivere accertamenti diagnostici e persino farmaci. Si cerca di risparmiare a discapito della salute oppure è tutto comunque nel rispetto del paziente?

Il medico di famiglia è un elemento fondamentale per il sistema sanitario. Io non credo che ci sia una ritrosia nel prescrivere esami e farmaci. E’ chiaro che entrambi vanno prescritti se indispensabili. Semmai è aumentata l’attenzione e il controllo su ciò che serve veramente.

Però i medici di base ricevono a giorni alterni e per poco tempo: questa la lamentela più usata dai pazienti che a volte sono costretti ad andare in ospedale per patologie non gravi che un medico di famiglia avrebbe potuto benissimo curare. Questo ovviamente intasa i Pronto Soccorsi e costringe a tempi d’attesa esasperanti. Il direttore ASP può fare qualcosa?

Sui medici di medicina generale, il direttore di un’ASP ha leve limitate perché non sono dipendenti dell’Azienda. Hanno un contratto che è previsto dalla norma e svolgono il loro lavoro secondo il contratto in vigore per cui orari e servizi resi ai cittadini sono esplicitamente elargiti in base a quel contratto. Cosa diversa per la Guardia medica.

Le Guardie mediche, invece, da chi dipendono?

Dipendono dall’Azienda Sanitaria. Qui l’azienda ha leve maggiori.

Spesso i pazienti lamentano la poca disponibilità dei medici della Guardia Medica. Se sono usciti per una visita, ad esempio, il presidio resta scoperto per non parlare dell’isolamento telefonico . Contattarli, a volte, diventa impossibile perché hanno il telefono rotto. Molti pazienti sostengono di essere costretti a rivolgersi all’ospedale perché la Guardia Medica non ha saputo dare giuste indicazioni. E’ vero tutto questo?

Quello che lei mi dice è un fatto grave nel senso che il medico della Guardia Medica deve essere pronto a tutte le evenienze. Anzi da sempre sostengo che la Guardia Medica, per i codici bianchi e per quelli verdi soprattutto, nelle ore notturne e festive devo fare da filtro per evitare di ricorrere al Pronto Soccorso. Nei casi non gravi deve essere anzi l’alternativa al Pronto Soccorso. Stiamo comunque facendo molto su Marsala dove stiamo attivando un servizio sperimentale che possa prevedere sia per i codici verdi che per quelli bianchi, un servizio a domicilio per il paziente che vuole evitare l’attesa al Pronto Soccorso.

Recentemente, lei ha presentato alla stampa l’Atto Aziendale dell’ASP di Trapani. Quali sono le azioni che l’Azienda Sanitaria sta mettendo in piedi per quanto riguarda i 3 livelli di assistenza, ovvero quella ospedaliera, quella territoriale e quella di prevenzione? Cosa cambia nella rete ospedaliera?

L’Atto Aziendale e quindi il conseguente documento di organizzazione rappresentano sì un cambiamento e la spina dorsale di un’azienda. Senza questo l’azienda è immobilizzata. E’ il piano industriale di un’azienda pubblica. Questo Atto Aziendale è in fase di approvazione. Noi lo abbiamo proposto in assessorato e ora è in fase di esame. Può essere suscettibile a modifiche rispetto a controlli e rilevi che l’assessorato ci porrà. Il nostro Atto Aziendale è in linea, e non potrebbe essere altrimenti, con la rete ospedaliera dettata dalla Regione. Quindi da un lato è importante avere un Atto Aziendale approvato ma non bisogna dargli più importanza di quello che in realtà l’Atto Aziendale rappresenta.

Che tipo di azienda avete proposto nell’Atto Aziendale?

Più innovativa e più concentrata nei servizi. Più razionalizzata sia nei servizi ospedalieri che in quelli territoriali che vengono incentivati dato che spesso si dimentica quanto siano importanti. Le cure palliative, le cure domiciliari, i Consultori Familiari, i Poli Ambulatori, e poi anche la prevenzione, sono servizi tutti molto importanti.

A proposito, direttore, cosa fa l’ASP di Trapani per la prevenzione?

Di recente abbiamo convocato più volte i responsabili della prevenzione e ci proponiamo di incrementarla ed incentivarla ulteriormente. Le notizie che abbiamo sulla prevenzione sono poco confortanti. Dagli ultimi report gli screening per i tumori hanno tassi di adesione bassissima. Per questo stiamo lavorando ad una campagna di comunicazione importante.

Quali novità metterete in campo?

Abbiamo già programmato per i mesi di novembre e dicembre tre Open Day domenicali in cui apriremo tutte le nostre strutture per le mammografie gratuite destinate alle donne target che rientrano nei parametri previsti dalla norma. Il tutto nell’intenzione di aumentare ed incentivare lo screening e dunque la prevenzione. Stiamo partendo già con la campagna per la vaccinazione antinfluenzale. Cercheremo di convincere tutti i cittadini della provincia di Trapani che bisogna sottoporsi ai nostri 3 screening, ovvero esami alla mammella e al colon retto oltre che quello per il cancro al collo dell’utero. Stiamo cercando di coinvolgere anche le farmacie e con esse il presidente di Federfarma a stipulare un protocollo di intesa con le farmacie della provincia per aiutarci a rendere più agevole per il cittadino anche la distribuzione di certi kit per la prevenzione.

Per esempio?

Penso al test per il sangue occulto nelle feci che viene distribuito gratuitamente. Purtroppo ancora non siamo riusciti a stipulare la convenzione con federfarma ma ci spero sempre. Ho un contatto aperto con il presidente, il dottore Galatioto e speriamo che questo possa risolversi.

Assistenza sanitaria domiciliare e cure palliative. Cosa è previsto e chi ne usufruirà?

La tendenza è quella di rendere eccezionale l’ospedalizzazione di un paziente che comunque è riservata soltanto ai pazienti nella fase acuta e per il minimo dei giorni possibili. Quindi assume grande importanza tutta l’attività territoriale che comprende l’assistenza domiciliare e le cure palliative. Quest’ultime sono riservate ai malati gravi, terminali. Vengono gestite in provincia di Trapani attraverso società esterne, accreditate con la Regione. Verso questa direzione l’assessorato sta andando per le cure domiciliari.

A che livello sono queste cure?

Già ottime ma stiamo cercando di renderle ancora più efficienti attraverso un sistema di controllo e per questo abbiamo previsto nell’Atto Aziendale, numerose unità operative territoriali che gestiranno sia l’assistenza domiciliare che le cure palliative.

Ospedali di provincia e in provincia. Il “Vittorio Emanuele” di Castelvetrano, durante il periodo in cui accoglieva anche i pazienti provenienti da Mazara, dato che l’Abele Ajello era chiuso, era considerato un ospedale di Primo livello. Adesso quali sono gli ospedali considerati tali e quelli di base? Il “Santo Spirito” di Alcamo, per esempio, ha avuto l’innovazione tecnologica che si auspicava?

Questo dipende dalla rete ospedaliera che è stata approvata con decreto dell’assessorato che ha individuato gli ospedali di Base e quelli di Primo Livello. Su questo l’ASP non ha leve per modificare questa situazione. L’ospedale di Castelvetrano è diventato un ospedale di Base e quello di Mazara del Vallo è diventato di Primo Livello. E’ chiaro che l’atto aziendale ha cercato un po’ di riequilibrare le situazioni però il punto di partenza è la rete ospedaliera. Sull’ospedale di Alcamo, c’è la scommessa che tutti noi dobbiamo vincere e cioè quella di costruire il nuovo ospedale per la cui realizzazione abbiamo le risorse economiche che ci sono state date dallo Stato che a sua volta le ha date alla Regione che a sua volta le ha date all’ASP.

A quanto ammontano queste risorse?

A 21 milioni di euro. Già è stata bandita, da parte mia e da parte dell’Azienda, la gara d’appalto per la progettazione definitiva del nuovo ospedale. Sono già scaduti i termini per la partecipazione alla gara e dunque a breve la giudicheremo. Dopo di ciò, la scommessa è pubblicare la gara d’appalto per la realizzazione dell’opera e per la costruzione. E’ chiaro che si tratta di tempi non brevi per realizzare un’opera del genere però cerchiamo di contenerli quanto più possibile. Quando Alcamo avrà il nuovo ospedale, tutto sarà cambiato. Sul già esistente, però, abbiamo già avviato lavori per la ristrutturazione di 4 reparti.

Direttore, a quasi un anno dal suo insediamento, che bilancio fa delle cose già fatte ed delle tante ancora da realizzare?

Mi sono insediato come Commissario nel dicembre dell’anno scorso e la prima fase della mia permanenza a Trapani dunque è stata provvisoria. La nomina a Direttore Generale è avvenuta nell’aprile del 2019. A distanza però di un anno, devo dire che abbiamo dato un’impronta di cambiamento culturale. Tante cose sono state realizzate, penso ai concorsi. Dal momento del mio insediamento sono già quasi 200 le unità di personale immesse sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. E poi abbiamo lavorato molto sulle strutture per quanto riguarda l’accoglienza. Mi impegno, come vede, costantemente.

Tiziana Sferruggia