Cannabis terapeutica: in Sicilia farmaco rimborsabile per tre patologie. Ma ci sono già polemiche

In linea con quanto si sta facendo in altre regioni, anche la Sicilia – con un decreto a firma dell’assessore alla Salute Ruggero Razza – si farà carico di sostenere l’acquisto di un farmaco alla cannabis terapeutica ma solo per i pazienti affetti da tre patologie: dolore cronico, dolore neuropatico e da spasticità dovuta a sclerosi multipla. Al momento però, si parla di rimborsabilità dell’acquisto del farmaco, così come specificato, a voler chiarire un passaggio fondamentale, da un esperto del settore da noi interpellato.

Spetta ai medici delle Aziende sanitarie pubbliche regionali, specialisti di anestesia e rianimazione, neurologia e dei centri di terapia del dolore prescrivere ai pazienti la terapia con la cannabis per una durata massima di sei mesi; il preparato potrà essere richiesto dal paziente nelle farmacie ospedaliere. Al momento, però, queste farmacie non producono il farmaco, per cui il decreto prevede che la Regione firmi convenzioni con i privati.

Sono 5 le farmacie private a produrre in Sicilia il farmaco, ma nessuna della Provincia di Trapani: ad Agrigento, Catania, Palermo, Ragusa e Siracusa. Altre 16 regioni italiane hanno fatto di più della nostra, c’è da dire. E già molti “esclusi” dalla rimborsabilità sono delusi, ad esempio chi soffre di anoressia o di forme gravi di artrite. Quindi, per queste categorie di patologie, il farmaco è disponibile ma ancora a pagamento: Parkinson, Alzheimer, Sindrome di gilles de la Tourette, epilessia, glaucoma, stimolazione dell’appetito in pazienti oncologici-anoressici o affetti da Aids, effetto anticinetosico ed antiemetico nei pazienti sotto chemioterapia radioterapia o terapie per HIV.

Come si legge nel decreto, si intendono medicinali cannabinoidi, quelli di origine industriale o le preparazioni magistrali a base di Cannabis, classificati secondo quanto previsto dall’articolo 14 del D.P.R. n. 39/1990, testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza e poi ripreso da successive normative. I medicinali a base di Cannabis vengono usati per il trattamento sintomatico di supporto a quelli standard. Con decreto del 9 novembre 2015 poi, il Ministero della Salute ha provveduto a disciplinare le modalità di produzione nazionale di Cannabis e a specificare le corrette modalità in merito a prescrizione, allestimento, dispense e monitoraggio delle preparazioni magistrali contenenti cannabinoidi.

La normativa indica anche gli studi clinici effettuati in materia. In una parte del decreto 2015, si accenna a quella che è la linea utilizzata dai medici: “L’uso medico della Cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta, ma un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati o hanno provocato effetti secondari non tollerabili…”.

Sul decreto della Sicilia, ad intervenire è l’Associazione Cannabis Terapeutica presieduta da Francesco Crestani che sul gruppo Facebook scrive: “… si arriva quindi con un ritardo di due anni rispetto alla legge del 2017, art. 18 quater. Ma la legge nazionale prevede che la rimborsabilità ci sia anche per tutte le patologie previste nel decreto 2015, cioè nausea e vomito da chemio, radio e terapie per HIV, cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, glaucoma, sindrome di Gilles de la Tourette. Quindi la regione ha deciso, con un ritardo di due anni, di fare una legge trasgredendo quella che è la legge nazionale. Capisco che c’è l’autonomia sanitaria regionale, oltretutto la Sicilia è regione autonoma, ma io la interpreto come se la regione, una volta applicate quelle che sono le leggi nazionali, possa al limite decidere di concedere di più rispetto alla legge nazionale. Così come ha fatto, almeno sulla carta, la regione Campania, che peraltro aveva deliberato ancor prima del 18 quater (e qui bisogna dare atto del buon lavoro di lobby fatto dalla SIRCA). In definitiva, non mi pare sia il caso di celebrare questo nuovo decreto regionale siciliano, come ha fatto qualche associazione locale, perchè crea anzi un pericoloso precedente che potrebbe essere attuato da altre regioni per chiudere a indicazioni e modalità. Più che festeggiare e ringraziare, bisognerebbe denunciare“.

Sulla vicenda è intervenuta, con una nota, anche la dottoressa Cristina Amodeo della Farmacia omonima sita a Palermo. “Si specifica che il decreto non risulta ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e che, anche se legalmente avrà efficacia a decorrere dal giorno successivo la pubblicazione, non si conoscono i tempi di attuazione per l’iter burocratico – si legge nell’aggiornamento firmato dalla Amodeo -. Si pensa che saranno necessarie alcune settimane affinchè ospedali, ASP e Farmacie Territoriali si organizzino per stipulare le convenzioni ed erogare il servizio”. Per i medici o i pazienti interessati ad avere maggiori dettagli è disponibile il fascicolo “Cannabis terapeutica: proprietà farmacologiche-utilizzo e prescrizioni” redatto dalla dottoressa Amodeo. Per riceverlo può scrivere a laboratorio@farmaciaamodeo.it. La prescrizione delle preparazioni magistrali di sostanze vegetali a base di cannabis su ricettario bianco per tutte quelle patologie o forme farmaceutiche non menzionate nel DA 18/2018 è ancora possibile, si afferma nella nota, con gli stessi criteri di prima. Qualsiasi medico iscritto all’ordine potrà redigere la ricetta secondo la Legge di Bella 94/98, ma il costo del farmaco rimarrà a totale carico del paziente.