Morto di Covid.. senza averlo. La storia di Pinello

Oggi in Italia, anche sei non hai il Covid puoi morire di Covid. “E com’è possibile?” direte voi e invece, vi dico io, è possibile e forse, succede ogni giorno.

Mio zio Pinello, un uomo un po’ “sui generis”, un po’ solo e un po’ solitario, era un uomo che dalla vita non aveva avuto molto: nessuna donna che lo aspettava a casa la sera, nessun figlio che avesse allietato le sue giornate, poche risate, poca gioia, diciamolo pure. Pinello prendeva la sua bicicletta, tutti i giorni, attraversava le strade della sua città che amava (anche se ogni tanto fingeva di odiarla), spesso lo trovavi mentre parlava da solo, perso tra i suoi pensieri; altre volte si fermava a chiacchierare con qualche conoscente. Era un uomo buono anche se un po’ arrabbiato con la vita e con gli altri: alcuni gli volevano bene, altri non lo capivano.

Ma una cosa è certa: Pinello non doveva morire e non voleva morire. Eppure stamattina, tutti noi, gli abbiamo dato l’ultimo saluto.

Succede che nostro zio “strano”, un po’ buffo e un po’ “lamentoso”, sabato si è sentito male. Diceva di non poter respirare e si spaventa molto…già, si spaventa! Perché Pinello aveva già avuto un infarto ed era stato operato al cuore. Così chiama sorella e cognato e gli dice di sentirsi male. Arriva l’ambulanza e l’equipe medica, venuta a conoscenza dei problemi cardiaci, tra smorfie di disapprovazione e qualche parola di rimprovero, scrive su un foglio che si tratta di un “attacco di ansia”; niente di che insomma! E fa entrare il paziente nel “circuito del Covid”, pur in assenza di febbre, tosse ed altri sintomi ad esso collegabili: così viene fatto il tampone, che risulta negativo.

Passa qualche giorno e Pinello martedì mattina alle 6.00 si sente male e questa volta il dolore è più forte. Così Pinello, che vive solo, chiama ancora sorella e cognato e dice di non riuscire a respirare. La sorella lo troverà con la bava alla bocca, mentre lui dice di sentir freddo e di sentirsi morire. Così chiamano l’ambulanza che arriva a casa dopo 35 minuti, più 5/10 minuti impiegati per indossare i dispositivi di protezione individuale. Sì, avete capito bene, salgono dopo 45 minuti circa!

Quando arrivano Pinello si è già accasciato a terra, ed è già spirato tra le braccia di sua sorella. I medici, con la tuta di protezione, potranno solo constatare la sua morte.

Pinello oggi non c’è più. Ultimo tra gli ultimi: la fortuna non è mai stata dalla sua parte.

E noi familiari restiamo qui, increduli di fronte ad una morte che in altri periodi si sarebbe evitata! Senza avere, forse, un colpevole con cui prendercela, perché colpevole è l’intero sistema. Perché se oggi è difficile accettare di morire di Covid, ancora più inaccettabile è morire per il Covid, senza averlo contratto.

Ciao Pinello.

Stefania Pellegrino

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