Marsala, “Riportate in Farmacia le bombole d’ossigeno vuote, presto novità per i pazienti Covid”: l’appello di 2 farmacisti

Il problema non è solo marsalese. In tutta Italia è così. Non esiste nessun mercato nero delle bombole d’ossigeno. Io la chiamerei leggerezza, inconsapevolezza da parte di molti nel riconoscere l’importanza della bombola vuota che va riportata al farmacista che a sua volta la consegnerà a chi la ricarica con ossigeno. E’ un circolo virtuoso che permette di salvare molte persone”.

La risposta dei farmacisti marsalesi non si è fatta attendere. L’accorata lettera di un figlio (leggi qui) che denunciava la difficoltà nel reperire l’ossigeno utile per alleviare le difficoltà respiratorie della propria madre, ha suscitato la comprensibile reazione dei lettori ma anche l’interesse e le risposte di 2 noti farmacisti marsalesi, Riccardo Lembo e Filippo Galatioto, i quali hanno fatto luce sulla situazione e hanno anticipato le strategie da mettere in campo soprattutto per migliorarla.

Le bombole d’ossigeno mancano ed in effetti il problema esiste. In questo momento, le farmacie di Marsala, sono sprovviste di bombole d’ossigeno. L’emergenza si è creata perchè c’è una richiesta molto superiore rispetto a quella che c’era nel periodo che possiamo definire pre-Covid e i contenitori sono più o meno sempre gli stessi. Se il tempo di permanenza nel domicilio del paziente aumenta, già questo, da solo, crea un problema”.

Questa la testimonianza del Farmacista Filippo Galatioto, il quale ha aggiunto anche che “il problema però non è rimasto senza soluzione. Da poco è stato approvato l’utilizzo dell’ossigeno liquido anche per i pazienti Covid in terapia domiciliare. Noi in farmacia abbiamo l’ossigeno gassoso mentre l’ossigeno liquido, in contenitori grandi per chi fa terapia di lunga durata, lo gestisce direttamente l’ASP che lo consegna direttamente a casa. Quando tutto questo andrà a regime, il problema si risolverà. Credo che i tempi siano stretti, in dirittura d’arrivo.

La testimonianza di Riccardo Lembo, apre uno scenario un pò diverso che soprattutto mira al recupero dei resi.

L’emergenza bombole c’è. Io personalmente, finora l’ho evitata perchè vado a caccia delle bombole perdute, cioè consegnate ai pazienti e poi dimenticate in qualche ripostiglio. Molte persone prendono la bombola in farmacia e poi non riportano il reso. Non lo definirei un atteggiamento egoistico, semplicemente, non si ricordano di riportare indietro il contenitore vuoto. Molti non badano all’importanza della bombola.

A Riccardo Lembo abbiamo chiesto se è ipotizzabile una sorta di “mercato nero” delle bombole d’ossigeno.

Il problema non è solo marsalese. In tutta Italia è così. Non esiste nessun mercato nero delle bombole d’ossigeno. Io la chiamerei leggerezza, inconsapevolezza da parte di molti nel riconoscere l’importanza della bombola vuota che va riportata al farmacista che a sua volta la consegnerà a chi la ricarica con ossigeno. E’ un circolo virtuoso che permette di salvare molte persone. C’è un incremento di richieste, tra l’altro, sempre legate al problema Covid19. Il vero problema poi è che chi ne ha davvero bisogno, poi non le trova in farmacia.

Una volta che la bombola rientra in farmacia, scatta un altro importante iter, ecco cosa ci ha spiegato Lembo: “la bombola va sterilizzata perchè è stata a contatto con pazienti malati di Coronavirus e poi riempita. Ci vogliono almeno 2 giorni tenendo presente che il parco bombole è sempre quello. Per avere le bombole piene, bisogna consegnare prima quelle vuote, il reso insomma. Per questo, la mia Farmacia è attrezzata nel recuperarle. Abbiamo una sorta di registro, come una biblioteca, insomma. Ogni farmacista sa dove sono le sue bombole. C’è la tracciabilità, si possono recuperare.

Tiziana Sferruggia