Matteo Messina Denaro

Mafia, arrestati 13 fiancheggiatori di Messina Denaro: indagato sindaco di Calatafimi

 Il blitz di stamattina messo a segno dal Servizio Centrale Operativo della Polizia e dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo ha portato all’arresto di 13 fiancheggiatori del super latitante castelvetranese Messina Denaro. Gli arrestati farebbero parte di un clan mafioso di Calatafimi Segesta. Tutti sono accusati di corruzione elettorale con l’aggravante del metodo mafioso. Indagato anche il sindaco di Calatafimi Antonino Accardo. Un altro colletto bianco arrestato è Salvatore Barone, dirigente nel ramo dei pubblici trasporti, da ultimo al vertice dell’ATM, azienda di trasporto urbano a Trapani. E’ stato fermato con l’accusa di associazione mafiosa. Barone è anche presidente della cantina sociale Kaggera di Calatafimi e stando alle indagini sarebbe stato al servizio del capo della famiglia mafiosa locale, Nicolò Pidone. Quest’ultimo, direttamente o avvalendosi della complicità di Gaetano Placenza, allevatore e messo ai vertici della cantina, decideva chi assumere. Solitamente si trattava di un modo per aiutare le famiglie dei detenuti mafios. Tra le assunzioni più importanti, Veronica Musso, figlia del boss Calogero Musso, ergastolano, ex capo della «famiglia» di Vita.

In manette anche Stefano Leo, ritenuto uomo dio fiducia di Vito Gondola, numero uno di cosa nostra a Mazara del Vallo e che negli anni scorsi avrebbe affiancato Messina Denaro nella sua latitanza.

L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì e Piero Padova.