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Minimo rischio di contagio per i concerti al coperto. Uno studio tedesco lo dimostra

In Germania è stato condotto uno studio che ha dimostrato che in una sala da concerti al coperto esisterebbe un rischio minimo di trasmissione del Covid-19. Lo studio, che ha avuto una durata di tre giorni, è stato portato avanti lo scorso mese di novembre presso la Konzerthaus di Dortmund che ha una capienza di 1.500 posti, ed ha analizzato il movimento delle particelle sospese nell’aria in un ambiente chiuso.

L’esperimento è stato realizzato dal Fraunhofer Heinrich Hertz Institute ed è stato sostenuto dall’Agenzia federale tedesca per l’ambiente. Per questo studio gli scienziati hanno utilizzato un manichino high-tech per simulare la respirazione umana all’interno della Konzerthaus. Dopo avere misurato la trasmissione aerea in tre date separate, il team ha concluso che il rischio di infettare qualcuno “attraverso la trasmissione aerea può essere quasi escluso”, a condizione che il luogo del concerto abbia però una quantità sufficiente di ricambio d’aria e che tutte le persone presenti all’interno della venue indossino mascherine facciali.

“Le sale da concerto e i teatri non sono luoghi di infezione”, ha affermato il dottor Raphael von Hoensbroech, direttore della Konzerthaus di Dortmund, secondo quanto viene riportato da IQ Magazine. “Gli ultimi mesi hanno dimostrato che la politica ha bisogno di una base scientificamente solida per il proprio processo decisionale. Con il nostro studio, vogliamo garantire che le sale da concerto e i teatri possono nuovamente riammettere un numero di spettatori sufficiente quando riapriranno”.

Sebbene lo studio fornisca solo risultati concreti per la trasmissione nella Konzerthaus, gli scienziati affermano che simili risultati possono essere applicati a luoghi di dimensioni simili, sebbene venga comunque consigliato di operare a capacità ridotta. Questi risultati fanno seguito a un esperimento condotto dall’università di Halle la scorsa estate che ha visto il pubblico partecipare a tre concerti tenuti dal cantante pop tedesco Tim Bendzko. Questo studio ha rilevato che la trasmissione è “bassa” fintanto che i partecipanti agli spettacoli seguono le corrette procedure igieniche e la sede limita la propria capienza con una buona ventilazione.

Il primo dei tre concerti ha simulato un evento pre-pandemia, senza misure di sicurezza. Il secondo aveva un maggiore grado di igiene e un certo distanziamento sociale, mentre il terzo ha coinvolto la metà delle persone e ogni persona si trovava a 1,5 metri di distanza l’una dall’altra. Uno dei ricercatori del team, il dottor Michael Gekle, ha dichiarato, come riportato dal New York Times: “Non ci sono ragioni per non tenere un simile concerto. Il rischio di contrarre l’infezione è molto basso”. Lo studio ha concluso che la ventilazione si è rivelata un fattore cruciale nel limitare la diffusione del Covid-19.

Il dottor Anthony Fauci, Chief Medical Advisor degli Stati Uniti, ha recentemente affermato di aspettarsi che i concerti dal vivo con piena capienza delle venue tornino negli Stati Uniti il prossimo autunno. Nel frattempo, il The 100 Club di Londra è pronto, alla fine di questo mese, a sperimentare un nuovo sistema di ventilazione che dovrebbe neutralizzare, all’interno degli edifici, il 99,99% dei pericolosi agenti patogeni presenti nell’aria, come il coronavirus.