Un mondo più giusto e più sano” è lo slogan della Giornata mondiale della Salute che si celebra domani ricordando l’anniversario dell’Oms, “braccio operativo” delle Nazioni Unite
QDS – Da quelle della polio all’Aids, le vaccinazioni hanno salvato milioni di vite umane.
E’ stato ribadito in vista della giornata della Salute che celebra domani i 73 anni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’Oms ha condotto grandi battaglie: dalla lotta contro la malaria e la tubercolosi alle emergenze Ebola e Zika, dagli sforzi per estendere le vaccinazioni essenziali a quella per eliminare il tumore al collo dell’utero: il Covid-19 è solo l’ultima in ordine di tempo.
Nonostante i progressi compiuti, tuttavia, ancora oltre la metà della popolazione mondiale non riceve i servizi essenziali di cui avrebbe bisogno e la pandemia Covid-19 ha peggiorato la situazione.
Per questo, lo slogan della Giornata Mondiale della Salute 2021 è “Un mondo più giusto e più sano”.
Fondata nel 1946 ed entrata in attività il 7 aprile 1948, l’agenzia “braccio operativo” delle Nazioni Unite in materie di salute con sede a Ginevra ha come obiettivo principale quello di garantire una copertura sanitaria universale.
Tra i suoi successi che rischiano di essere messi in crisi dagli effetti secondari della pandemia da coronavirus, vi è la lotta contro la tubercolosi: dal 2000 a oggi, gli sforzi globali per combatterla hanno salvato circa 63 milioni di vite ma questa malattia infettiva curabile uccide ancora 4.000 persone ogni anno.
E’ calato invece del 40% tra il 2000 e il 2014 il numero di decessi nel mondo causati dalla malaria, passati da 743.000 a 446.000, anche se negli ultimi anni i progressi sono quasi fermi: nel 2019 sono stati 405 mila le vittime.
Il vaiolo è stato dichiarato eradicato dall’Oms nel 1980 e di polio, che nel 1988 paralizzava 10 bambini ogni 15 minuti nel mondo, si contando oggi rarissimi casi e solo in Afghanistan e Pakistan.
Mentre la copertura vaccinale nel mondo arriva fino all’80% per malattie come morbillo o difterite e tutto questo ha portato a una diminuzione del 50% della mortalità infantile rispetto al 1990.
Di pari passo, grazie a tante campagne di formazione e sensibilizzazione è stata dimezzata la mortalità materna negli ultimi 20 anni. Quella contro l’Hiv resta una battaglia aperta ma grazie alle terapie antiretrovirali, nel 2019 sono stati registrati 690.000 morti a fronte dei 3 milioni che si contavano nel 2000.
Resta aperta la sfida contro le infezioni da batteri resistenti ad antibiotici, che ogni anno uccidono circa 750.000 persone nel mondo.
E ancora, attraverso la promozione della vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV) e gli screening, l’Oms punta, seguendo l’esempio dell’Australia, mira a eliminare il tumore del collo dell’utero, che solo nel 2018 ha provocato oltre 311.000 morti.
Comune denominatore di lotte passate, presenti e future è la difesa del principio dell’equità nell’accesso alle cure.
“Anche se il mondo ha visto miglioramenti nei livelli medi di salute e riduzioni della mortalità prematura, questi guadagni non sono stati condivisi equamente tra i diversi settori della società all’interno e tra le diverse nazioni”, scrive l’Oms.
E in questo contesto si è inserito il Covid-19, che “ha colpito duramente tutti i paesi, ma il suo impatto è stato più duro sulle comunità che erano già vulnerabili.
Questi gruppi sono più esposti alla malattia, hanno meno probabilità di avere accesso a servizi sanitari di qualità e maggiori probabilità di subire conseguenze delle misure per contenere la pandemia”.
Queste iniquità “non sono nuove” ma “sono prevenibili” , è quindi l’appello che l’agenzia guidata da Tedros Adhanom Ghebreyesus rilancerà nei tanti eventi previsti per il World Health Day.